La storia di Marie Claire
Regia di
Andrea Pellizzer
Marie Claire Gegera vive a Genova, ma le sue radici e un pezzo importante di futuro abitano in Burundi. Quando ne parla, il suo sguardo si illumina, attraversato dal volo radente degli uccelli migratori che sfiorano le acque dolci del lago Tanganica.
Scherza sovente sulla sua altezza e col suo sorriso ci ricorda una volta di più che la stoffa di un uomo o di una donna non si misura in centimetri, ma in capacità di amare.
Marie Claire ha un cuore grande, immenso e ferito. Sulle sue cicatrici ha camminato a piedi nudi, ne ha sentito tutto il dolore pungente, sordo, ineffabile. Sostenuta da una fede salda – l’eredità più preziosa che, ancora bambina, la mamma le ha consegnato – le sue ferite le ha ricucite una a una, intrecciando i fili di speranza, compassione e carità. Proprio lì, nei solchi del dolore più profondo, è fiorita una guarigione inattesa.
Sullo sfondo di una guerra sanguinosa che ha lacerato il cuore dell’Africa, ha preso tra le sue mani quelle dell’assassino dei suoi genitori, ha sostato nel suo sguardo, occhi negli occhi, cuore a cuore, e ha perdonato.
Con la sua associazione “Carità in movimento” sostiene iniziative e progetti per regalare speranza alla sua terra di origine, ma la sua missione travalica i confini geografici e si fa “condivisione”. Con il suo impegno invita ciascuno di noi a farsi carità operosa e speranza per chiunque incontriamo, vicino o lontano, perché ciò che conta nella vita è, davvero, solo l’amore.
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